La fuga di lettere d'accusa. La fallita operazione del San Raffaele. Il segretario di Stato è sempre più solo, in una curia che non governa e con un papa a cui non è d'aiuto

[Da "L'Espresso" n. 6 del 2012, in edicola da venerdì 3 febbraio]........
" ROMA, 2 febbraio 2012 – In Vaticano non ci si combatte con camion e forconi, ma a colpi di carte. Sabato 28 gennaio il consiglio dei ministri della curia romana, presente il papa, ha dedicato parte della sua riunione a studiare come mettere un argine alle fughe dei documenti. Ed erano passati solo tre giorni dall'ultima clamorosa fuga: un blocco di lettere confidenziali scritte a Benedetto XVI e al cardinale segretario di Stato Tarcisio Bertone dall'allora segretario del governatorato della Città del Vaticano, oggi nunzio a Washington, l'arcivescovo Carlo Maria Viganò.
Queste lettere – più altre carte scottanti che minacciano anch'esse di uscire allo scoperto sulla stampa o in tv – sono un atto d'accusa contro una persona su tutte: quel cardinale Bertone, 78 anni il prossimo 2 dicembre, che ha introdotto la citata riunione dei capi dicastero spiegando come elaborare e pubblicare i documenti della Santa Sede senza più gli infortuni che ne hanno costellato la storia recente. Ci vogliono, ha detto, più competenza, più collaborazione, più fiducia reciproca, più riservatezza.
Benedetto XVI ascoltava in silenzio. Gli veniva in mente la peggior prova di malgoverno curiale da lui patita da quando è papa: la valanga di proteste che lo investì non per colpa sua all'inizio del 2009 dopo la revoca della scomunica a quattro vescovi lefebvriani tra i quali uno che negava la Shoah. Poco dopo quell'incidente, in una lettera aperta ai vescovi di tutto il mondo, papa Ratzinger non esitò a scrivere che gli era venuto più sostegno da "amici ebrei" che da tanti uomini di Chiesa e di curia più interessati a far terra bruciata attorno al papa. E nel finale citò questo terribile monito dell'apostolo Paolo: "Se vi mordete e divorate a vicenda, guardate almeno di non distruggervi del tutto gli uni gli altri". "
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