La Chiesa cattolica è un colosso immobiliare. Non solo in Italia, dove si stima che sia proprietaria di almeno il 20% del patrimonio immobiliare, ma anche in Spagna. In entrambi i paesi, la Chiesa riceve anche ingenti finanziamenti pubblici e mantiene privilegi. Un’inchiesta del giornalista Jordi Évole per il programma Salvados ha fatto emergere ad esempio gli affari, non sempre trasparenti, della Chiesa in Navarra nel settore.
Juan Moscoso, deputato del Psoe, aveva criticato la pratica dell’arcidiocesi locale di immatricolare a proprio nome immobili prima non registrati. Compresi beni pubblici, con la possibilità di rivenderli. Il tutto grazie ad una legge sulle ipoteche approvata dal regime di Francisco Franco che equipara la Chiesa ad una provincia, per la registrazione degli immobili. Norma riconfermata nel 1998 dal cattolico Aznar.
In questo modo la Chiesa avrebbe incamerato senza colpo ferire 1.087 proprietà, dal 1998 al 2007. Alcune di queste, che erano pubbliche, sono state ricomprate dalle amministrazioni. Addirittura, per adibirle poi ad usi religiosi. A Ziriza, paesino della Navarra, questa pratica di incamerare proprietà ‘fantasma’ ha portato ha fruttato alla Chiesa più di 200mila euro. Per l’ex sindaco Rafael Gorostidi, è un “furto chiarissimo”.
L’arcidiocesi, tramite il portavoce Javier Cherrez, si difende. Parlando di pratica “corretta” e “non un privilegio”. Perché “non c’era nessun’altra istituzione in Spagna era qui prima della Spagna e prima della costituzione del regno di Navarra”. “Nessun sacerdote ha qualche accenno di avarizia, avidità o business” e i fondi incamerati vengono distribuiti nel sociale, assicura.
martedì 24 aprile 2012
Spagna, gli affari con gli immobili ‘fantasma’ della Chiesa in Navarra
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