sabato 14 aprile 2012

L’Espresso “Almeno 30 milioni su conti esteri dei ciellini Daccò e Simone”

L’Espresso “Almeno 30 milioni su conti esteri dei ciellini Daccò e Simone”    -  UAAR
Un’inchiesta del settimanale L’Espresso ricostruisce i giri d’affari poco trasparenti di due uomini legati a Comunione e Liberazione, nonché al governatore della Lombardia (e ciellino) Roberto Formigoni. Si tratta di Piero Daccò, già coinvolto nell’inchiesta per i fondi neri del San Raffaele, il nosocomio del prete manager don Luigi Verzè. L’altro è Antonio Simone: ex esponente del Movimento Popolare, il partito di Cl negli anni Settanta, quindi della Dc, e travolto da Tangentopoli. E’ stato recentemente tirato in ballo da Daccò, che ha detto agli inquirenti di avergli versato 500mila euro su un conto estero.
I due fanno affari da almeno dieci anni e secondo la rivista si sarebbero divisi più di 30 milioni di euro, cifra che salirebbe a 50 comprendendo altri investimenti. Soldi arrivati per mediazioni, consulenze e progetti per gruppi della sanità privata quali Fondazione Maugeri, San Raffaele e l’Ordine Fatabenefratelli, accreditati in Regione Lombardia e che quindi beneficiano di fondi pubblici.
Daccò è per alcuni anni consulente dei Fatebenefratelli, che gestiscono ospedali anche in Sudamerica, e socio di Simone. Anche col sostegno dello Ior, i due avviano per conto dei frati progetti per costruire altre cliniche, in Cile e Israele. Non mancano le entrature in politica, tanto che nel 2007 una normativa regionale ad hoc per finanziare le fondazioni private viene etichettata nell’ambiente come “legge Daccò”. Il giro di denaro è notevole, con versamenti fatti su conti esteri. Dal 2006, secondo l’accusa, Daccò si fa dare soldi in nero dal San Raffaele: milioni di euro tra contanti e fatture false. Anche in questo caso, giri d’affari che trovano terreno fertile in quella sussidiarietà ‘malata’ legata alla sanità privata foraggiata dal pubblico.
AGGIORNAMENTO. Nel pomeriggio di oggi Simone è stato arrestato insieme ad altre cinque persone, tra i quali Daccò (già in carcere).

Nessun commento:

Posta un commento